
Mentre si parla di negoziati la Russia intensifica gli attacchi contro l’Ucraina.
Mentre si parla di negoziati la Russia intensifica gli attacchi contro l’Ucraina.
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Stiamo vedendo ripartire un'ondata di disinformazione xenofoba che avevamo già visto svariati anni fa.
A cominciare da un’immagine già molto conosciuta in questo ambito
Un lettore ci ha segnalato che sta tornando a circolare un’immagine di molti anni fa, dando a intendere che raffiguri immigrati in Italia oggi. Come capita spesso ultimamente, non ci è stato dato un link ai contenuti precisi che stanno circolando in questi giorni, ma conoscendo l’immagine abbiamo deciso di occuparcene comunque.
L’immagine ci è stata inviata come la vedete in apertura d’articolo, ma dodici anni fa invece circolava come la vedete qui sotto:
L’immagine viene veramente da lontano, qui la potete vedere in un articolo di marzo 2007 che riprendeva un pezzo del Dallas Morning News:
Dal 2007 l’immagine è entrata a fare parte della raccolta di immagini anti-immigrati condivise a ripetizione da siti come StormFront, ovvero da soggetti che hanno necessità di far circolare materiale che rafforzi le proprie narrazioni xenofobe.
Ed è questo il motivo per cui abbiamo scelto di parlare di questa segnalazione oggi: nelle scorse settimane infatti ci è capitato di vedere un copione che BUTAC ha già vissuto quasi una decina d’anni fa. Ne abbiamo già parlato in aprile, quando vi raccontammo del “maranza” e delle notizie inverificabili.
L’immagine qui sopra rientra perfettamente in quel filone “narrativo” che vuole tutti gli immigrati come maleducati, pericolosi, fuori controllo. Che non significa che non ci siano stranieri che delinquono e che andrebbero seguiti meglio, ma solo che stiamo notando un ritorno di una specifica forma di disinformazione che avevamo già incontrato sul nostro cammino anni fa. Come riportavamo in aprile:
…vorremmo tanto che le forze dell’ordine cominciassero a prestare maggiore attenzione a queste narrazioni. Perché sappiamo quanto facilmente la destra radicale sfrutti storie inverificabili, spesso infarcite di elementi fittizi o gonfiati ad arte, per alimentare l’odio. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Ma il fact-checking volontario, da solo, non basta più. Servono giornalisti competenti, e servono istituzioni che vigilino.
Non stiamo parlando i casi isolati eh, tra il 2015 e il 2016 notizie simili erano il nostro pane quotidiano, non passava giorno che non cercassimo conferme dalle questure di episodi narrati su testate locali e qualche volta nazionali, notizie che non trovavano riscontri, e che avevano spesso una sola fonte: il denunciante.
Qualche esempio:
E questi sono solo alcuni dei nostri articoli durante quei due-tre anni di massiccia campagna xenofoba nel nostro Paese. Noi, ovvero un blog gratuito con una redazione che quando è stata alla sua massima espansione aveva cinque autori – volontari e non pagati – a scrivere nel tempo libero.
Quante notizie così sono girate in quegli anni?
Quante hanno contribuito a manipolare l’opinione pubblica sul tema immigrazione?
Perché nessuno ha fatto nulla?
Siamo dell’idea che stia succedendo lo stesso e vi invitiamo a fare attenzione: ogni volta che leggete una storia che presenta contorni troppo sfumati, dettagli poco chiari, testimonianze che suonano troppo faziose, segnalatecele.
L’organico della redazione di BUTAC è più piccolo rispetto a dieci anni fa, ma continuiamo a voler cercare di fare chiarezza su queste storie, specie visto che non molti tra i colleghi più strutturati sembrano interessati a trattarle.
di Alessandra Arachi
Il capomissione della ong Mediterranea sul caso Paragon: «La destra amplia i poteri dei servizi, l’opposizione ha la coda di paglia»
«Sono bipartisan, democratico, mi faccio spiare da tutti». Luca Casarini è il capomissione della ong Mediterranea, che con la sua nave fa i salvataggi in mare. Ha da poco saputo che Giuseppe Conte da premier è stato il primo ad autorizzare i servizi segreti a intercettare il suo telefono, prima che venisse utilizzato il software Graphite, della società israeliana Paragon, con il via libera di questo governo.
Non riesce a digerirlo: «Conte dovrebbe dire: scusate tanto ho fatto una cavolata, però adesso discutiamo dell’invadenza dei Servizi, del decreto Sicurezza. Invece ha pensato di giustificarsi: “Ah io ho spiato Casarini non i giornalisti».
Le storie di spionaggio di Casarini e degli attivisti della ong le ha ricostruite il Copasir. E lui ha fatto suoi quei documenti: «Era dicembre del 2019 (governo «giallorosso», ndr) quando Conte ha firmato l’autorizzazione. La nostra nave Mare Jonio aveva cominciato a operare da ottobre del 2018 e già da quel momento eravamo finiti nel mirino, con Salvini ministro dell’Interno che fece un decreto “ad navem”, contro di noi».
In un’intervista a Fanpage, venerdì scorso, Conte aveva ammesso di aver autorizzato da premier le intercettazioni di Casarini e di Beppe Caccia, negando di aver mai dato il via libera verso giornalisti come Francesco Cancellato: «Alla base c’era il clima sulla gestione dei flussi» migratori e indagini, anche della Procura, per chiarire se i salvataggi «avvenissero o meno in piena conformità con i regolamenti e i trattati internazionali». Ammissioni al centro anche di uno scontro con la vicepresidente dem del Parlamento Ue Pina Picierno.
Ma nei documenti del Copasir c’è scritto anche altro, continua Casarini: «Il 5 settembre 2024 Alfredo Mantovano ha autorizzato i servizi segreti a usare gli spyware di Paragon. È stata Meta ad avvisarmi, il 31 gennaio del 2025.»
È stato molto turbato Casarini da quello spionaggio. «Con Paragon si può fare tutto, il telefono è totalmente in mano loro. E hanno anche la possibilità di mettere nel tuo telefono quello che vogliono».
E, appunto, adesso ha potuto fare i conti facilmente: «Grazie al Copasir ho scoperto che mi spiano da 5 anni, cosa vogliono trovare ancora? Si sono trincerati dicendo: “Già la magistratura stava indagando”. Ma i dossier dei servizi segreti, per legge, non possono essere usati dalla magistratura. E mi chiedo: allora perché fate i dossier? A che servono?».
Casarini ha alle spalle un passato turbolento nei movimenti antagonisti, adesso però si è avvicinato alla Chiesa ed era molto vicino a papa Francesco. «Non faccio nulla di male. Anzi sì: disobbedisco alle leggi che vogliono che non si soccorra la gente in mare o che si diano i soldi ai lager in Libia».
Si sente orfano, in queste ore: «Ci vorrebbe un’opposizione degna di questo nome per prendere posizione contro l’abuso dei Servizi, di cui la destra sta ampliando i poteri. Ci vorrebbe un dibattito. Ma l’opposizione ha la coda di paglia». Eppure secondo lui bisognerebbe correre ai ripari: «Se chiunque può appiccicare a qualcuno l’etichetta di una minaccia per la sicurezza nazionale è finita».
Tra due settimane una nuova nave farà parte della flotta della ong di Casarini:«Avrà dentro un ospedale vero con 108 posti letto», dice, lui che adesso si dedica a salvare le vite in mare.
Vorrebbe cancellare questo episodio di Conte: «Vorrei andare da lui e dirgli, dai prendiamoci un caffè, guardiamo avanti, dobbiamo discutere sul ruolo dei servizi in questo Paese. Invece ho paura che dentro ci sia un po’ di rivendicazione. Mi ricordo bene: a definirci i “taxi del mare” non è stata la Meloni, bensì Luigi Di Maio».
Non leggete “il Fango Quotidiano”
Un Paese civile non ha bisogno di forcaioli e bugiardi.
Tutte le condanne di Marco Travaglio
Maurizio Belpietro, La Verità e le condanne – Diario
Procedimenti giudiziari per Pietro Senaldi
di
Vaccini
Ogni giorno in Italia muoiono circa 110 persone per malori improvvisi, da sempre; ma dopo la pandemia ogni morte improvvisa viene attribuita al vaccino
Sappiamo bene che ne avete tutti piene le scatole degli articoli sui malori improvvisi. Tanto chi non ha capito che viene sistematicamente preso in giro dai disinformatori seriali non cambierà idea grazie a un nostro fact-checking o un editoriale. Ma ciò non toglie che certa disinformazione, lasciata libera, possa arrivare a fare danni.
Oggi parliamo dell’immagine che vedete in testa all’articolo, e che mostra sei persone, di provenienza diversa, decedute dopo maratone o mezze maratone. I post con cui viene fatta circolare l’immagine fanno riferimento ai malori improvvisi, sostenendo che sia colpa del vaccino.
Se fossero state davvero miocarditi a uccidere queste sei persone, sappiamo da tempo che sono notevolmente più numerose le miocarditi post-COVID che quelle post-vaccino, quindi assumere come ipotesi più probabile una responsabilità del vaccino in queste morti, in mancanza di altri elementi, è di per sé sbagliato.
Un’altra cosa che non ci stancheremo mai di ripetere è che solo in Italia, ogni giorno, muoiono circa 110 persone per malori improvvisi, da ben prima della pandemia; è una statistica che chiunque può verificare, come anche il fatto che alcune di queste 110 persone fossero giovani che sembravano in forma. Fare finta che non sia così si chiama negazionismo. Il Sole 24 Ore nel 2013 titolava ad esempio:
Salute: 50mila morti improvvise all’anno, sempre più frequenti in sport
Giusto perché sia chiaro che non è una novità.
Mi sono letto tutti gli articoli che sono stati pubblicati sulle testate locali per ricordare i soggetti che sono stato in grado di identificare. Nessuno degli articoli pone sospetti sulle loro morti.
Due donne sono morte dopo la maratona, mentre l’unico atleta professionista del gruppo, Eliud, non risulta stesse facendo alcuna maratona, ma è morto per arresto cardiaco.
Le altre immagini non portano a risultati di ricerca e quella col ragazzo con la maglietta rossa, guardandola con attenzione, fa pensare a un’immagine creata con IA. Ma non è importante, quello che riteniamo sia importante è ripetere che non è così raro che succeda un decesso dopo un’importante sforzo fisico, specie in estate, specie in chi non è allenato.
Senza dover fare troppa fatica, basta cercare nel decennio precedente alla pandemia per trovare altri casi di giovani deceduti dopo una maratona. L’abbiamo già fatto in passato e abbiamo un caso che, se fosse avvenuto post-pandemia, dovrebbe far gridare al complotto, mentre invece è del 2018. Leggiamo dalla BBC:
Ben McDonald 25 and Dean Fletcher 32 died after crossing the finish line within minutes of each other in 2018
Due uomini, giovani, apparentemente in forma, sono morti entrambi a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro nel corso della stessa mezza maratona a Cardiff. Non fu aperta nessuna indagine in merito, il medico legale concluse che fossero morti per cause naturali. E le famiglie, senza tanto clamore, accettarono quanto detto dal medico. Succedesse oggi? Non voglio pensarci.