di Liliana Segre
La morte di Pietro Terracina, uno degli ultimo sopravvissuti di Auschwitz, come me, è start la prima notizia che mi è stata comunicata ieri mattina appena sveglia. Ed è stato come se si sgretolasse un altro pezzo della nostra storia.
Perdonerete se sono così pessimista, mi spiace soprattutto per i giovani che mi scrivono lettere meravigliose e per tutte le persone dolcissime che mi applaudono o mi fermano per strada, ma io credo che si coltivi troppo poco la memoria e che, con la nostra scomparsa, tutto finirà. Senza Piero, io oggi mi sento più sola.
Vedete, io penso che quando saremo morti tutti, intendo sia noi vittime che i nostro carnefici, tutto ciò che è stato rischia di andare perduto. Parlo anche dei carnefici perché so che qualcuno di loro è ancora vivo e ha scritto memorie oscene – uno di questo libri si intitola “Bei tempi” e potete ben immaginare a che razza di tempi si riferisse – ma paradossali visto che alla fine confermano ciò che i negazionisti, appunto, negano … leggi tutto