Il retroscena sui dazi di Trump (coop.it)

L’incompetente

“Grande è la confusione sotto il cielo, dunque la situazione è eccellente”.

È una massima di Confucio, filosofo cinese, fatta propria da Mao Tse Tung, dittatore cinese. Probabilmente non avevano mai visto un tabellone dei ritardi di Trenitalia. O Donald Trump quando spiega i meccanismi dei dazi. Al momento in cui scrivo, DT è presidente degli Stati Uniti e non è ancora stato tradotto, come logica vorrebbe, in una stanza imbottita.

È dunque plausibile che nel frattempo Egli abbia introdotto nuovi dazi, poi ritirati, poi modificati, fa la penitenza, fa la riverenza, dunque sei Giorgia Meloni. Va tra l’altro sottolineato che negli USA il cartellino del prezzo, da sempre, non corrisponde a quello che realmente paghi. Un po’ come quando voti PD. Al prezzo vanno aggiunte Iva, tasse locali, mancia, varie ed eventuali. Un po’ come quando voti PD: lì vanno aggiunti Renzi e Conte.

I dazi di Trump direttamente dai suoi appunti

La lista che segue, tratta direttamente dagli appunti del dittatore presidente americano, potrebbe pertanto essere diventata nel frattempo poco accurata. Ma spero possa fornire alla lettrice e al lettore una piccola bussola per orientarsi su quelle che, per amor di sinonimo, abbiamo cominciato a chiamare tariffe. Anche se sarebbero un’altra cosa. Un po’ come il PD… ah, questa l’ho già detta. Nel caso, potete comunque aggiornarle a matita.

Cina – “Allora… i musi gialli… 150 per cento. Non sull’elettronica, però, sennò poi Zuckerberg mi toglie l’amicizia su Facebook. Non sugli alimentari sennò Melania resta senza pokè pollo e ananas. Non sulle auto perché così la metto in der posto a Musk. Non sui gatti portafortuna perché la faccia è a immagine e somiglianza di JD Vance… Ecco fatto: dazi al 150 per cento sui biglietti dei biscotti della fortuna. Aspe’, no: quelli mi danno le idee. Approfondire”.

Russia – “Sanzioni duris… pronto? Vladimir! La dovete smettere di bombar… ah, io sono un genio? Il migliore di tutti? Il più virile? Il pieno gratis? Bollini e borsone? Adesso chiamo Zelensky e gli dico di smetterla con quei condominii che colpiscono i vostri missili. Ciao carissimo!”.
Ucraina – “Dazi altiss… pronto? Volodymir, eccoti. Come? Nessuno è più bello di me? Sono il miglior giocatore di golf mai visto? I cappellini rossi sono più eleganti di un completo Armani? Adesso chiamo Putin e gli dico di trasmettere la fiction in cui recitavi a reti unificate. Slava Ucraina! Ciao grandissimo!” (ad libitum).
Svizzera – “Dazi del 175 per cento su tutti i prodotti, esclusi segreto bancario e Rolex, che mi ha ospitato alla finale degli Open di Tennis. Posso dire che palle? L’ho detto. Quattro ore di partita e neanche un fuoricampo, uno che atterra qualcun altro, un vitello con un cappio al collo. Ripensandoci: dazi anche sui Rolex. Tra l’altro è il tipico orologio da comunista”.
Regno Unito – “Dazi del cento per cento sulla Brexit, tanto sono così fessi che per risolvere il disastro votano per Farage, che l’ha creato dopo che gliel’avevo suggerita io: fate come me, uscite dal ristorante senza pagare il conto”.
Austria – “Trenta per cento sui canguri, che tra l’altro provocano fluttuazioni in Borsa. Ahahahaha, ho fatto la battuta. E un altro quaranta per cento sui koa… come? Quella è l’Australia? You’re fired!”.
Liechtenstein – “Dazi al 500 per cento sul Liechtenstein. Non sui prodotti: proprio sul Liechtenstein. Troppo piccolo, mi danno fastidio i Paesi formato bonsai. C’è più gente al bagno degli uomini del mio golf club”.
Vaticano – “Dazi del 170 per cento a meno che non accetti di ricevere offerte con Apple Pay, così Tim è contento”.
Finlandia – “Dazi al 100 per cento sui regali di Natale non consegnati da Amazon. Se Babbo Natale insiste, aggiungere ai dazi alcuni colpi di avvertimento. Se insiste, abbatterlo. Per abbatterlo senza gravare sulle spese del Pentagono, fargli vedere un qualunque programma di Pino Insegno”.
Messico – “Dazi del 75% sulle auto prodotte in Messico, sui cibi prodotti in Messico, sui mattoni prodotti in Messico per costruire muri contro i migranti prodotti in Messico. Esenzioni per i cartelli della droga: è tutta pubblicità”.
Italia – “Niente dazi, Rubio non vuole rinunciare ai suoi piatti tipicamente italiani: spaghetti meatballs, fitucinni Alfredo, chiken parmesan e soprattutto lingua di Tajani. Poi hanno già Lollobrigida ministro, per affossare la loro economia è più che sufficiente”.
immagine di mano che lancia i dadi sopra tabellone del Monopoli a simboleggiare di dazi di trump

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