La prima impressione è di cani San Bernardo, di quelli ammaestrati per i selvaggi, con la fiaschetta di Arquebuse legata al collo: gli stessi occhi buoni e umili, il pelo folto, riccio, unto; cani con basette o con una vaga ombra di morbidissimi baffetti appena nati sopra il grosso labbro superiore, gonfio, nerastro, tutto screpolato come dai geloni.
E la divisa che dà loro il nome è una giubba di pelle nera come se ne trovano a migliaia sotto le tende dei mercati di Clignancourt.
Non si riesce a immaginare come questi cagnoni timidissimi, quasi senza parole (ogni tanto, raramente, parlano tra loro con una sorta di mugugno, si urtano, oppure assaliti da smanie disperate ed improvvise si danno a rapidissime prove di forza con colpi di judo o saltelli e finte da boxeurs) possano aver terrorizzato Parigi e tutta la Francia al punto che, questa estate, i giornali non parlavano quasi d’altro. Eppure al nome di blousons noirs, vecchiette inermi e fidanzati impiegatizi (le vittime) si sentono rizzare i capelli, muoiono di paura e solo a vedere una giubba nera in un bar, corrono a chiudersi nelle toilettes … leggi tutto