Far diventare l’Europa «qualcuno» (corriere.it)

di Aldo Grasso

Padiglione Italia

Sovranisti. Il mantra sovranista che difende i dazi voluti dal presidente Trump e attacca Bruxelles

Dal regime dazista siamo passati a quello autodazista.

Tamponata per il momento la follia di Trump, preso atto che il presidente Usa considera l’Europa un nemico e la Nato un fastidio ingombrante, riscontrato a nostre spese che l’ordine mondiale sta subendo minacciosi cambiamenti, abbiamo pensato bene di farci male da soli.

Il mantra sovranista dei tg di questi giorni continua a ripetere che il disastro dei dazi di Trump è una buona occasione per liberarci dai dazi europei: gli autodazi, elevati a entità metafisica. Nello spazio di un mattino, il problema è diventato ancora una volta l’Europa e non più Trump. Ha cominciato Matteo Salvini, gli hanno fatto eco, tra gli altri, Lucio Malan e Salvatore Sallemi.

L’obbiettivo ora è il Green Deal che, per quanto correggibile, riguarda il futuro dei nostri figli, mentre i dazi americani sono ingiunzioni predatorie che provengono dal passato. Un conto è auspicare una politica industriale più efficace, come ha suggerito Mario Draghi, un conto è minare l’idea stessa di Europa con banalizzazioni e slogan da tg.

In un momento drammatico come questo, non possiamo dimenarci in sotterfugi linguistici per spostare il mirino, dobbiamo invece lavorare perché l’Europa non venga vissuta come un’astrazione ma diventi «qualcuno» che sappia tenere testa ai furori di Trump e ai crimini di Putin.

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