Rossobruni
Si fa presto a parlare di pacifismo ma quello di Conte considera l’Europa matrigna, finge di dimenticare i guasti di Trump e in Ucraina è più vicino a Putin che a Zelensky.
A ben vedere non è molto distante dalle posizioni della Lega di Salvini
Dopo la manifestazione di sabato a Roma, il leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte non nascondeva la sua soddisfazione (“Siamo in centomila” e pazienza se per la Questura erano 18 mila) ma, al di là della quantità dei partecipanti, è la qualità dei contenuti e gli slogan del corteo che contano.
Che sono essenzialmente tre: 1) l’Europa è “matrigna” e non solo per il suo piano di riarmo; 2) di Trump (l’amico di “Giuseppi”) non mette conto di parlarne e che volete che importi se sta mettendo in ginocchio il sistema liberaldemocratico americano, l’economia e le Borse di tutto il mondo e la globalizzazione? 3) nella guerra in Ucraina meglio l’aggressore Putin che l’aggredito Zelensky (“il popolo russo non è il mio nemico”). Che cosa ci dicono, dunque, i messaggi di Conte e della sua manifestazione di sabato?
Che il suo pacifismo è un un pacifismo a senso unico, molto più amico della Russia di Putin e dell’America di Trump che dell’Europa o, se si preferisce, un pacifismo in salsa leghista che non dispiace di sicuro a Matteo Salvini e forse addirittura al generale Roberto Vannacci. Può essere il pilastro dell’alternativa al governo Meloni?
Qualche dubbio è lecito.