di Marco Bianchi
L'azione politica di Elly Schlein ha certamente portato una sferzata di novità in casa Democrat.
Una sferzata rinvigorente, inaspettata per l’umore, ma che non cambia le percentuali attualmente rappresentate dal Pd. I sondaggisti, abitualmente divisi su tutto, in questo caso sono unanimi nel considerare non vincente l’attuale posizionamento, perché va a pescare nel medesimo elettorato grillino.
Non a caso la cifra complessiva dell’asse Pd/5Stelle numericamente non cambia. Piccole oscillazioni in più o in meno, che però non modificano il quadro generale. La motivazione è sotto gli occhi di tutti: i temi elevati a loro cavalli di battaglia sono lontani anni luce dagli interessi della stragrande maggioranza degli italiani. Ius soli, maternità surrogata, adozioni per i gay: non si può dire che, a questi annunci, frotte di connazionali si riversino in strada per protestare. Anzi, c’è il più totale disinteresse generale per questi argomenti, utili solo nei talk show.
D’altronde, per essere credibili bisogna predicare bene e razzolare meglio. E certamente, gli esempi che orbitano attorno a Elly Schlein, non sono certo accattivanti per lei, uno su tutti il tema della cittadinanza. Il segretario dei Dem è infatti entrata a piedi uniti, rilanciando lo Ius soli, finora invocato solo dall’avvocato del popolo, Giuseppe Conte.
Ma la miliardaria svizzera, che gioca a fare politica in Italia, si è già dimenticata delle regole esistenti nel suo paese di origine, ma pretende nel nostro Paese la totale deregulation: risiedere in Svizzera per almeno 10 anni; superare un esame di lingua e di conoscenza delle leggi svizzere; non aver commesso alcun reato; dimostrare di avere un lavoro e di essere economicamente autosufficiente. Inoltre dopo aver ottenuto il passaporto, il nuovo cittadino è in prova per 5 anni e al primo reato la cittadinanza viene revocata.
Regole chiare, secche, indiscutibili, applicate anche ai nostri connazionali. Viene allora facile chiedersi perché non comincia a fare la battaglia dello Ius soli nella sua nazione di appartenenza, facendo manifestazioni e scioperi in territorio elvetico? Che sia segretario del Pd italiano non le deve impedire di difendere i diritti calpestati dei migranti anche nel suo Paese di origine.
Il dubbio è che lo faccia in Italia, perché pensa possa essere tema politicamente utile a fare campagna elettorale. Ma i diritti andrebbero difesi e sostenuti sempre e ovunque. Non solo dove porta la convenienza politica. Così non è una battaglia per la difesa dei diritti Civili. Si chiama invece opportunismo.


Slain Elly.. non torna in Svizzera perché a differenza del Italia, le sue stro’ e i suoi cz di pensieri su cittadinanza, difesa e tolleranza cieca, verso la delinquenza e gli estra communitari non puo’ neanche pensare, ma nel nostro Paese guardiamo bene come si comporta non siamo scemi
Hai perfettamente ragione su quella politica che viene dalla Svizzera. Purtroppo noi italiani non siamo svizzeri, altrimenti avremmo scritto un’altra storia, ecco perché, poi, quella si permette di imporre le sue ingiuste, assurde idee, solo, nel nostro bel Paese, ma fdico: forza italiani, sosteniamo il nostro grande Paese